Giovedì 23 giugno abbiamo avuto l’onore di essere invitati da Ceresio Investors al Food Industry Monitor presso l’University of Gastronomic Sciences – Pollenzo.

Un’ottima occasione per ascoltare le scelte e i movimenti delle principali aziende italiane in ambito food, ma soprattutto per accrescere la consapevolezza che la lotta al cambiamento climatico deve partire dal basso, nella collaborazione tra startup come PickEat e grandi aziende.

Questo poichè le istituzioni nazionali e internazionali negli ultimi due appuntamenti di Parigi 2015 e Glasgow 2021 non hanno fatto altro che rimandare negli anni gli obiettivi atti ad invertire o limitare il trend del cambiamento climatico.

 

Il 2021, nonostante tutto, è stato un anno di ripresa economica per il settore Food cresciuto del 6,8%, sono aumentati inoltre gli investimenti in sostenibilità, ma soprattutto è cresciuta nel settore la consapevolezza che la sostenibilità va affrontata su 3 piani paralleli: economica, sociale e ambientale. Tre piani che devono comunicare e interagire tra di loro e che devono essere perseguiti contemporaneamente. Non risulta dunque più fondamentale per le aziende perseguire obiettivi economici quanto più perseguire obiettivi che possano migliorare la sostenibilità sociale delle comunità in cui operano o su cui hanno effetti, ma soprattutto devono essere fissati e perseguiti obiettivi di sostenibilità ambientale veri e che rispecchino i valori e le convinzioni delle aziende.

Questi tre obiettivi possono essere raggiunti dalle grandi aziende anche attraverso partnership e collaborazioni con aziende innovative, come le startup, e con enti pubblici di ricerca, come le università.

Diventa fondamentale la collaborazione fra queste 3 entità di natura diversa ma con obiettivi comuni.

 

Riguardo la sostenibilità ambientale, l’88% delle aziende del settore Food utilizza packaging sostenibile, il 57% ha ottenuto delle certificazioni inerenti alla sostenibilità ambientale e il 30% delle aziende pubblica un bilancio sostenibilità.

In particolare, interessante l’ultimo passaggio evidenziato durante l’evento: Il sistema alimentare è responsabile del 34% delle emissioni di CO2 globali (contro il 17% della mobilità). Inoltre, lo spreco alimentare nella sola Europa è di 88 milioni di tonnellate di cibo ogni anno. Sul cambiamento climatico vi sono 3 punti chiave sui quali ragionare:
1. Gli ettari di terra utilizzati per poi produrre il cibo sprecato
2. I miliardi di litri d’acqua utilizzati per produrre il cibo sprecato
3. La presa di coscienza della finitezza delle risorse

 

Ragionando su questi tre aspetti si può comprendere quanto sia grave il dato sullo spreco di cibo, soprattutto in un periodo in cui si parla di terreni a rischio salinazione a causa della siccità dirompente che sta affliggendo il nostro Paese.

Spesso si è parlato di riuso e riciclo, la verità è che bisognerebbe RIDURRE. Ed è per questo che PickEat si vuole posizionare nell’ecosistema italiano ed europeo, per andare a ridurre lo spreco alimentare. Nelle nostre mense si può ridurre lo spreco alimentare fino al 90%, con una riduzione di emissioni di 3.812 kg di CO2 ogni struttura.

Per ulteriori approfondimenti: Food Industry Monitor.

Condividi se ti è piaciuto