Come precedentemente dichiarato, anche i ristoratori dichiarano che gli sprechi alimentari purtroppo impattano pesantemente anche i locali nei quali tutti noi andiamo a consumare del cibo. Pensando all’ultimo pranzo o cena, sicuramente capiterà di pensare a qualcosa che abbiamo avanzato dal piatto. Ebbene, quello fa parte dello spreco alimentare del quale i ristoratori parlano. Ovviamente, contribuiscono allo spreco anche gli avanzi della cucina, come i pasti precotti ma non utilizzati, o le scorte che si deteriorano, e così dicendo.

 

Secondo i dati però, solo l’11% degli intervistati nella ricerca “Metronomo”, nata da una collaborazione tra il mercato all’ingrosso Metro e il Bocconi Green Economy Observatory, solo l’11% dei clienti intervistati dichiara di avanzare cibo al ristorante, e per il 68% di essi gli avanzi e quindi gli sprechi sono da imputare ai ristoratori.

 

Andando a scavare, solo un ristorante su tre risulta realmente impegnato in attività volte a limitare lo spreco alimentare, per timore di fare brutta figura con la clientela. In generale, i clienti intervistati hanno dichiarato che per loro una soluzione efficiente è quella di porzionare in maniera meno abbondante; i ristoratori più propensi a seguire questa richiesta sono quelli del Nord-Est (65 %), mentre i meno propensi sono quelli del sud (25%).

 

Ma quali sono i possibili rimedi allo spreco alimentare da parte dei ristoratori? Oltre al già citato porzionamento più “sostenibile” e alla conservazione in modo ottimale delle scorte di cibo, un consiglio molto dispensato ma ancora poco praticato è quello del mantenere scorte adeguate ai consumi.

 

È proprio in quest’ultima pratica che PickEat vuole aiutare i ristoratori: pre-ordinando, i clienti daranno la possibilità al ristoratore di capire su quali prodotti sarà necessario concentrarsi. L’esperienza del ristoratore è certo importante, ma le variabili sono veramente molte, e possono modificare sensibilmente quello che si andrà a cucinare/consumare nella giornata.

 

L’esempio pratico e lampante è quello del ristoratore che normalmente in pausa pranzo accoglie un determinato numero di lavoratori. È inevitabile che le scelte siano varie, ma è possibile anche ipotizzare che l’esperienza del ristoratore sia tale da potergli permettere di fare delle previsioni abbastanza fedeli a quella che poi è la pratica del servizio. In tutto ciò, egli dovrà contare le nuove persone all’interno del locale che potranno fermarsi attratte dalla moltitudine di clienti già presenti. È chiaro come in questi casi, avere una base di dati solida, può svoltare l’esito del servizio, si in termini di efficienza del servizio stesso ma anche dal punto di vista ambientale, potendo avere una previsione delle scorte utili ed evitando di conseguenza acquisti che non sono necessari.

 

Se il ristoratore non ha abbastanza esperienza, se il luogo nel quale è ubicato il ristorante permette di avere passaggio di persone, se il ristorante gode di un buon nome, e per altri svariati fattori, il ristoratore può essere aiutato da PickEat che, con semplicità, gli permetterà di sapere in anticipo il “trend” del servizio.

 

È sempre più delicato ed importante il tema degli sprechi alimentari poiché impatta noi e il nostro pianeta: PickEat può dare un aiuto concreto per poter migliorare.

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